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The Sound of Passion - Il ritorno
Stories of Audacity

Per arrivare a destinazione basta spostarsi, viaggiare è molto di più.
Un viaggio è un modo per provare emozioni nuove, o risvegliarne di dimenticate.
Viaggiare è attraversare il mondo con voglia di meravigliarsi, accorgendosi di vivere, incontrando di volta in volta i suoni delle nostre passioni, il potere della natura e il brivido dell'esplorazione.

Maserati si è rivolta a uno scrittore e un fotografo, per raccontarsi e raccontare, attraverso le loro opere, queste emozioni.
La prima tappa di questo viaggio è il territorio maestoso e volubile della montagna e in questi contenuti potrete scoprire in che modo l'abbiano vissuta i due storyteller e il campione del mondo di slalom speciale Giorgio Rocca, e riscoprire anche voi, insieme a loro THE SOUND OF PASSION.

IL LUOGO

IL LUOGO

Immaginate una valle che finisce di ondeggiare perché a quattro chilometri da voi c’è una diga e c’è un confine. È la valle che avete davanti e che ha quell’atteggiamento da finis terrae che fiero richiama ai valichi, ai commerci e alle locande.

The Power of Nature

Il luogo
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Immaginate una valle che finisce di ondeggiare perché a quattro chilometri da voi c’è una diga e c’è un confine. È la valle che avete davanti e che ha quell’atteggiamento da finis terrae che fiero richiama ai valichi, ai commerci e alle locande. Sopra le vostre spalle le montagne sono gonfie di neve, neve più alta di un uomo. Il Pizzo Bernina, il Piz Quattervals, Cima La Casina, Scima da Saoseo. Le creste disegnano una linea irascibile oltre la quale c’è un cielo che ha una percentuale di blu prussiano, il blu dello spazio profondo perché quassù l’aria è sottile.

Se riportate lo sguardo al grado zero, scorgete una strada che ondeggia con la stessa frequenza della valle. Anche per questo si chiama Via della Val. A destra ci dovrebbe essere un altro blu quello coi toni verdi del Lago di Livigno, e in effetti c’è: ma è sepolto sotto una coltre di neve che a sua volta seppellisce una coltre di ghiaccio. A sinistra, dei muraglioni proteggono la strada su cui si appoggiano montagne intere. Scorrendo sotto di loro, il visibile diventa pellicola, il paesaggio si anima.

Allora ricapitoliamo: montagne fuori di voi, un confine davanti a voi, un lago ghiacciato alla vostra destra, una strada sotto di voi, un’auto intorno a voi.

Io sono soltanto una voce che sussurra, voi, invece, nelle immagini state vivendo.

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IL SUONO

IL SUONO

Ora che state vivendo, potete smettere di immaginare. Ascoltate. Non andate lontano: ascoltate l’immediata porzione di spazio in cui vi trovate. L’abitacolo dell’auto intorno a voi è il ventre ovattato e sicuro di una bestia.

The Power of Nature

Il suono
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Ora che state vivendo, potete smettere di immaginare. Ascoltate. Non andate lontano: ascoltate l’immediata porzione di spazio in cui vi trovate. L’abitacolo dell’auto intorno a voi è il ventre ovattato e sicuro di una bestia. Dentro il grembo non c’è né instabilità né pericolo, anche se quello è un luogo lanciato nello spazio, alla rincorsa di una preda che oggi è soltanto questa esperienza. 

Ma non confondete la quiete col silenzio. Ora ascoltate meglio, soprattutto in prossimità di una curva. Otto valvole aumentano la loro velocità di rotazione e da fuori arriva un crescendo che prende quota da toni viscerali e profondi, e poi ringhia fino a toni alti e taglienti che fanno del suono il frutto di un raziocinio: la bestia d’un tratto si trasforma in perfezione della tecnica, rumore studiato in ogni dettaglio, il ruggito platonico di un motore che alza i giri. 

La curva chiude una visuale e apre la successiva; è tutto così a portata in quella cattedrale di elementi sapientemente combinati da mani umane che scortano le vostre mani, il vostro corpo (siete quantità di moto) e il vostro udito verso un rettilineo che chiama di nuovo la bestia. E la bestia asseconda. Così le valvole tornano ad aumentare le loro rivoluzioni, una lieve pressione sul petto vi invita ad affidarvi al sedile. E poi guardate le montagne: sembrano le dita della terra che infatti indicano la direzione. Si andrà lassù

La bestia fuori urla per voi, vi lascia sentire il suo graffio come una dimostrazione, ma dentro voi godete anche di questo lusso: saggiare il confine sovraumano che c’è fra il silenzio assoluto e un grido di guerra.

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L'ALTITUDINE

L'ALTITUDINE

La neve vergine se calpestata si comprime con un crepitio dai toni morbidi; anche il suono viene sedotto dalle cose incontaminate: il vuoto che si contrae. Ma che si vada oltre il suono, è l’ora di percepire il corpo.

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L' altitudine
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La neve vergine se calpestata si comprime con un crepitio dai toni morbidi; anche il suono viene sedotto dalle cose incontaminate: il vuoto che si contrae. Ma che si vada oltre il suono, è l’ora di percepire il corpo. State salendo il tratto di montagna che vi porta alla pista e l’aria fresca e secca non entra brusca tra le labbra, anzi: a ogni boccata sentite il gusto del sole. Le molecole complesse del glucosio si scindono e la fatica trova linfa, la gamba è l’unità di misura della distanza che si colma. Siete energia, siete vivi.

Poco sotto il vostro spartito di orme, c’è una strada che vi segue tagliando il dorso della montagna che state salendo: la guardate e non vedete nulla, la ascoltate e non sentite nulla. Riprendete a camminare a occhi chiusi, ma il buio è arancione, la pelle del viso è il vassoio del sole e il rumore è ancora soltanto quello fragrante e secco della neve che si schiaccia sotto i piedi.

Poi, come un secondo strumento si accoda a un’aria che si svolge in duetto, appare una sfuriata d’arco che volteggia e poi si placa. Uno svolazzo potente, nervoso, eppure pieno di controllo come l’acrobazia di un calabrone. Aumentate il passo perché sapete qual è questo suono, la sua origine e la sua rabbia elegante: prima, ci eravate dentro.

La sfuriata d’arco si ripropone un istante dopo, con la stessa curvatura e la stessa foga ma a un volume più alto. È allora che aprite gli occhi e vi girate: fate in tempo a vedere il muso alto e fiero di un’auto che cuce un tornante. Il pilota percorre l’equilibrio millimetrico tra controllo e libertà. Grazie al motore, forza centrifuga e centripeta non sono un pericolo, ma un’opportunità; chi guida le asseconda in maniera controintuitiva, girando il volante in senso opposto alla direzione. Pneumatici da 40 centimetri surfano sulla neve e la appianano come un pennello farebbe con la pasta bianca di una tempera. Il pilota è un tutt’uno di quei movimenti, un coefficiente di calcolo tra le porzioni di vuoto e pieno che la natura ha predisposto per il paesaggio. Essere un tutt’uno. È così che si parla con una forza tanto reattiva da sembrare viva, perché è bestia e uragano che vi passa di fianco portandosi dietro un rumore che la fisica chiama doppler effect.

 Arriverà per prima in vetta, ma anche voi dovevate dar sfogo ai vostri cavalli interiori.

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LA VETTA

LA VETTA

Su in cima lo scenario cambia. Il motore riposa, il vostro battito rallenta, la vista si apre: poggiate i piedi sulla linea che avevate guardato all’inizio del viaggio, quella che separa il bianco dal blu.

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La vetta
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Su in cima lo scenario cambia. Il motore riposa, il vostro battito rallenta, la vista si apre: poggiate i piedi sulla linea che avevate guardato all’inizio del viaggio, quella che separa il bianco dal blu. Come la vedevate lontana, prima; ma è l’obiettivo dell’uomo anelare ai passaggi di stato.

Siete arrivati fino in cima per guardare ciò che sta per accadere. Siete voi e lo sono anche io che con queste parole vi scorro a fianco per farvi vedere. La corona delle Alpi si stende tutto intorno a voi e il tridente della Levante bianca che avete di fronte lo completa come un ritratto che l’uomo dona alla potenza della roccia. A fianco dell’auto che ora è ferma - e sta al mondo come una bestia sta all’attimo prima di correre - c’è un uomo che avete visto tante volte ma non avete mai conosciuto. L’avete visto scivolare sulla neve, fare da cassa di risonanza alla gravità, attraversare Supergiganti come Ulisse lasciò alle sue spalle un ciclope a cui aveva detto di chiamarsi Nessuno. E qui, in questo scenario alpino a quota 2400 metri in un giorno di febbraio dell’anno domini 2021, Nessuno diventa la sintesi di astuzia e intelligenza, istinto, forza e ambizione che un Maserati Levante versione Trofeo e Giorgio Rocca, campione del Mondo di Slalom Speciale nel 2006, cominceranno a consustanziare a partire da ora: che la danza abbia inizio.

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IL DUELLO

IL DUELLO

Piloti e sciatori parlano lo stesso idioma. A qualche metro da voi si confrontano sulla discesa che stanno per compiere e non c’è scarto semantico né di linguaggio del corpo.

The Power of Nature

Il duello
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Piloti e sciatori parlano lo stesso idioma. A qualche metro da voi si confrontano sulla discesa che stanno per compiere e non c’è scarto semantico né di linguaggio del corpo. Sorridono, mimano il movimento di una curva: in fondo, sci o motore sono soltanto un modo di accedere alla velocità, di declinare il brivido che fa sentire vivi.

Poi pilota e sciatore smettono di parlare, e il paesaggio rimane pieno soltanto del rumore dell’aria. Sembra la pace prima di una guerra o di un corteggiamento. Un duello a sole alto.

Ora seguitemi un po’ in disparte, lasciamo Giorgio Rocca far scattare lo scarpone dentro lo sci e il pilota entrare nell’auto per assicurarsi al sedile. Seguitemi in disparte dove una motoslitta vi attende: state per assistere alla danza dal centro del movimento.

Il motore gira, Rocca abbassa il casco: voi stringete le barre laterali della slitta e dimenticatevi della mia voce.

L’innesco di uno sciatore è la gravità, quello della Levante un motore V8 da 580 cavalli, ma il modo sfruttare la forza per liberare bellezza è fatta delle stesse cose: la scelta nella traiettoria, la perfezione delle forze che addomesticano un’inerzia fino a cambiarle verso. Quando si passa lo start è il fondo valle che sembra venire verso di voi a velocità via via crescente, ma mentre Rocca aumenta la quantità di moto e la Levante i suoi giri, voi percepite la brezza tra i capelli diventare vento e il vento bufera - dentro un bianco e un cielo così tersi da farvi chiaramente vedere il mondo che s’inclina.

Uomo e auto scendono la montagna l’uno fianco all’altro e sembra di capire l’essenza di una poesia realvisceralista scritta sulla neve, una poesia che parla di legamenti e sterzo, quadricipiti e valvole, di vita e tecnologia che dialogano, si imitano, si studiano e si seducono a vicenda. Voi siete lì nella poesia, come un esploratore che passerà alla storia per aver assistito a uno spettacolo unico, un uomo sulla neve e un’auto che si può permettere di divertirsi come un uomo, un dialogo fra divinità spurie, fatte di sangue e benzina, di acciaio e carne. Di sbuffi di prese d’aria e respiro. La motoslitta corre dietro a questo spettacolo pirotecnico di cristalli spinti al cielo come geyser a ogni curva, e l’equilibrio che sentite viene dalla sincronia di gesti perfetti.

Dura tutto poco meno di un minuto, ma chi ha detto che la perfezione è per sua natura breve aveva ragione: è cosa intensa e l’uomo non può reggere tanta potenza per molto. Non lo può un Campione del Mondo, non lo potete voi che avete gli occhi pieni di bellezza; lo potrebbe un’auto, ma l’auto senza l’uomo è un cuore che non batte.

Quando scendete dalla motoslitta vi girate e guardate su, da dove siete partiti. Rileggete la poesia appena scritta. E vi pare completa.

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IL RITORNO

IL RITORNO

Livigno è a due passi da voi, ci tornerete per prendere le vostre cose, lasciare quell’angolo di mondo che pare un grumo di polline bianco e algido in arrivo dall’estremo Nord.

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Il ritorno
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Livigno è a due passi da voi, ci tornerete per prendere le vostre cose, lasciare quell’angolo di mondo che pare un grumo di polline bianco e algido in arrivo dall’estremo Nord. Ci tornerete per lasciare un Campione del Mondo alle sue giornate e alla sua scuola di sci, per separarvi da un’auto che vi ha portato dentro un’esperienza fatta di equilibrio tra bestialità e bellezza. Lascerete dietro una poesia scritta su un versante coperto di neve, neve alta più di un uomo.

Una musica suona accanto a voi, un dj traduce in note tutti i suoni che avete ascoltato in questo tempo sopraelevato e terso tra neve e cielo, tra uomo e macchina.

Una sola cosa rimane da vedere: quali altri elementi sono così ospitali per uomo e macchina da diventare il terreno d’elezione per la loro danza o la loro poesia. Ma ci sarà tempo. Di viaggiare non si finisce mai.

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PERFORMANCE CHARGED

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* Il CO₂ è il gas a effetto serra principalmente responsabile del riscaldamento terrestre. Valore medio CO₂ di tutti i modelli di vettura offerti in Svizzera è 129 g/km. L’obiettivo di emissioni di CO₂ è 118 g/km (WLTP).

I valori indicati per i consumi e le emissioni sono stati determinati in conformità alle procedure di misurazione WLTP prescritte dalla legge. La procedura di prova armonizzata a livello mondiale per automobili e veicoli commerciali leggeri (Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure, WLTP) è un metodo di prova più realistico per la misurazione del consumo di carburante e delle emissioni di  CO₂. I valori variano in funzione degli equipaggiamenti speciali selezionati. Questi dati possono variare significativamente a secondo dello stile di guida, delle condizioni meteorologiche e del traffico, del carico in vettura, della topografia e anche del periodo dell'anno. I dati dei singoli veicoli possono discostarsi dai dati di riferimento in base all’omologazione svizzera.

Per poter confrontare i consumi energetici delle diverse tipologie di propulsione (benzina, diesel, gas, energia elettrica ecc.), il consumo viene espresso anche nei cosiddetti equivalenti benzina (unità di misura per l’energia).

Sarano possibili delle variazioni tra i modelli e gli equipaggiamenti qui descritti. Ci riserviamo il diritto di apportare modifiche alle grafiche e al offerta dei contenuti, senza preavviso. Consultate il vostro concessionario Maserati per ulteriori informazioni.